15 MARZO - III domenica di Quaresima ciclo A
Sorgente di acqua che zampilla per la vita eterna.
Gv 4,5-42
La terza, quarta e quinta domenica di Quaresima dell’anno “A” costituiscono un'unità chiamata «Quaresima catecumenale». Si leggono, infatti, le pagine dell’evangelista Giovanni sulle quali si basavano tradizionalmente le ultime catechesi impartite a coloro che devono ricevere i sacramenti dell’iniziazione cristiana nel corso della veglia pasquale: la samaritana al pozzo (Gv 4,5-42); il cieco nato (Gv 9,1-41); la risurrezione di Lazzaro (Gv 11,1-45).
La liturgia odierna gravita attorno al racconto dell'incontro di Gesù con una donna di Samaria. Tutto comincia nel modo più banale. Gesù, «stanco del viaggio», è rimasto vicino al pozzo, mentre i suoi discepoli sono andati «in città a far provvista di cibi». Egli chiede alla donna di attingergli un po' d'acqua. Una richiesta insolita da parte di un giudeo a una donna samaritana.
L’attenzione si concentra sul dialogo che si intreccia a partire da quella richiesta, un dialogo talmente avvincente che Gesù non sembra più sentire la sete e la donna dimentica persino il motivo della sua venuta al pozzo. È profondissima la ricchezza dottrinale e spirituale di questo dialogo fra Gesù e la donna; esso infatti le rivela di essere non solo profeta ma il Messia atteso e inviato da Dio, e le mostra che i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità cioè in lui stesso. Ma la liturgia di questa domenica si sofferma, in particolare, sul mistero dell'acqua «che zampilla per la vita eterna».
Nella tradizione biblica, come d'altronde in quella di molte religioni, il simbolo dell'acqua occupa un posto rilevante. Tutti sanno per esperienza che senza di essa non ci sarebbe vita sulla terra. Il popolo dell'esodo ha imparato che l'acqua è veramente un dono del cielo, vedendo come Dio faceva scaturire dalla dura roccia sorgenti di acqua purissima.
Queste manifestazioni della potenza e della misericordia di Dio ravvivano, oltre alle forze fisiche, anche la fede zoppicante di quei nomadi in cammino verso la terra promessa. Così l'acqua è diventata il simbolo di tutti i beni che si possono attendere dal Signore: il dono dello Spirito e, alla fine, la vita eterna.
Gesù è personalmente la fonte di acqua viva che estingue ogni sete, perciò la Chiesa ci pone in bocca questa preghiera:
O Dio, sorgente della vita, tu offri all'umanità riarsa dalla sete l'acqua viva della grazia che scaturisce dalla roccia, Cristo salvatore; concedi al tuo popolo il dono dello Spirito, perché sappia professare con forza la sua fede, e annunzi con gioia le meraviglie del tuo amore. Per Cristo nostro Signore.
Nel video qui sotto Primi vespri e Celebrazione Eucaristica della Terza Domenica di Quaresima ciclo A
(messa celebrata privatamente rispettando l'ordinanza sulla prevenzione della diffusione del COVID-19)
L’arte floreale nella liturgia in tempo di Quaresima
Le signore dell’unità pastorale di Centrale, Grumolo e Zugliano (VI) che s’impegnano anche nella cura delle composizioni floreali per le celebrazioni liturgiche domenicali, si sono preparate per progettare insieme la fioritura delle domeniche di Quaresima di quest’anno ciclo A.
Sappiamo che l’arte floreale nella liturgia è un ministero che introduce alla celebrazione dei sacramenti e accompagna i fedeli all’ascolto della liturgia della Parola, e li aiuta nel cammino di fede, specie nel momento in cui si rinnova l’alleanza con Dio Padre per mezzo del corpo e sangue del Figlio il Signore Gesù. Tuttavia in questo tempo forte, la Chiesa detta un’indicazione precisa:
“Nel tempo di Quaresima è proibito ornare l’altare con fiori. Fanno eccezione la domenica laetare IV Q, le solennità e le feste. L’ornamento dei fiori sia sempre misurato e, piuttosto che sopra la mensa dell’altare, si disponga attorno ad esso.” (OGMR 305)
Tenendo conto dunque, delle indicazioni liturgiche e ispirandoci al Vangelo di quella domenica, abbiamo spogliato l’aula liturgica di fiori e piante e, nel luogo destinato ai fiori abbiamo realizzato composizioni prive di fiori ma impiegando materiale naturale che simbolicamente richiamasse l’esperienza del deserto.
L’assenza di fiori ha creato un clima austero quasi invito alla penitenza e al digiuno, mentre le insolite composizioni, richiamavano in chiave evocativa, l’esperienza di Gesù tentato nel deserto; si è rappresentata anche la trasfigurazione del Signore, anticipo della sua risurrezione. Seguendo poi i vangeli dell’anno liturgico ciclo A, progressivamente si sono raffigurate artisticamente le catechesi battesimali giovannee: la samaritana al pozzo (Gv 4,5-42); il cieco nato (Gv 9,1-41); la risurrezione di Lazzaro (Gv 11,1-45); la domenica delle Palme (la passione del Signore Mt 26,14-27,66). Per le solennità che ricorrono nel tempo quaresimale: il 19 marzo san Giuseppe e il 25 marzo la solennità dell’Annunciazione, si sono realizzate composizioni floreali festose, fiorendo, come indicato, in modo sobrio.
Quindi possiamo affermare con una certa soddisfazione e gratitudine che, anche in questo tempo segnato dalla sofferenza e dall’isolamento, abbiamo potuto continuare a svolgere il nostro servizio di catechesi mistagogica che vi riproponiamo.