1 MARZO 2020 – I domenica di Quaresima ciclo A
Gesù digiuna per quaranta giorni nel deserto ed è tentato
(Mt 4,1-11)
La Quaresima è spesso sinonimo di penitenze e privazioni, mentre, in realtà; si tratta di conversione e ritorno al vangelo.
Durante questo periodo che precede la Pasqua, i cristiani e la Chiesa sono particolarmente invitati a crescere spiritualmente. Ogni cristiano dovrà esaminarsi sul proprio rapporto con Dio, con il fratello e con la creazione. In un momento di raccoglimento dovrà chiedersi:
1. Io prego? Come prego? Quale tipo di preghiera elevo a Dio Padre o a Gesù Cristo stesso, allo Spirito Santo, o a Maria o ai santi?
2. E poi: che tipo di rapporto ho con il prossimo mio simile? Riesco a superare il mio amor proprio, le mie difese, il mio egoismo e andare incontro all’altro? Offro il mio tempo e le mie cose gratuitamente anche a chi non conosco? (elemosina)
3. E ancora: qual è il mio rapporto con le cose materiali? Sono avido, mi impossesso delle cose? Le uso o ne abuso? Ringrazio di ciò che ho? (digiuno).
Di conseguenza la Chiesa ci fa così pregare:
Dio misericordioso, fonte di ogni bene, tu ci hai proposto a rimedio del peccato il digiuno, la preghiera e le opere di carità fraterna; guarda a noi che riconosciamo la nostra miseria e, poiché ci opprime il peso delle nostre colpe, ci sollevi la tua misericordia. Per Gesù Cristo nostro Signore.
La preghiera che la Chiesa ci pone sulle labbra, indirettamente c’insegna “la contrizione”. Ci indica cioè un metodo di crescita spirituale: riconoscere la propria miseria, il proprio limite e confessarlo, ci fa comprendere chi siamo veramente e quale è la mancanza che prima di tutto e sempre si dirige verso Colui che ci ha creati: sempre si manca nei confronti di Dio Padre. Riconoscendo la debolezza e la limitatezza della nostra creaturalità, sentiremo il peso delle nostre mancanze e questo atteggiamento ci avvicina a Dio Padre misericordioso del Signore nostro Gesù Cristo, che è sempre lì che ci attende con le braccia aperte, come in un cammino di ritorno a Lui.
In questo percorso non siamo soli. Proprio in questa prima domenica di quaresima Gesù viene condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato dal diavolo (Mt 4,1-11). Gesù ci riapre la strada dell’esodo attraverso il deserto quaresimale, e ci precede per condurci ai piedi della santa montagna, con il cuore contrito e umiliato, perché possiamo prendere coscienza della nostra vocazione di popolo dell’alleanza, convocato per la lode a Dio Padre nell’ascolto della sua parola (cfr. Prefazio V di Q).
L’arte floreale nella liturgia in tempo di Quaresima
Le signore dell’unità pastorale di Centrale, Grumolo e Zugliano (VI) che s’impegnano anche nella cura delle composizioni floreali per le celebrazioni liturgiche domenicali, si sono preparate per progettare insieme la fioritura delle domeniche di Quaresima di quest’anno ciclo A.
Sappiamo che l’arte floreale nella liturgia è un ministero che introduce alla celebrazione dei sacramenti e accompagna i fedeli all’ascolto della liturgia della Parola, e li aiuta nel cammino di fede, specie nel momento in cui si rinnova l’alleanza con Dio Padre per mezzo del corpo e sangue del Figlio il Signore Gesù. Tuttavia in questo tempo forte, la Chiesa detta un’indicazione precisa:
“Nel tempo di Quaresima è proibito ornare l’altare con fiori. Fanno eccezione la domenica laetare IV Q, le solennità e le feste. L’ornamento dei fiori sia sempre misurato e, piuttosto che sopra la mensa dell’altare, si disponga attorno ad esso.” (OGMR 305)
Tenendo conto dunque, delle indicazioni liturgiche e ispirandoci al Vangelo di quella domenica, abbiamo spogliato l’aula liturgica di fiori e piante e, nel luogo destinato ai fiori abbiamo realizzato composizioni prive di fiori ma impiegando materiale naturale che simbolicamente richiamasse l’esperienza del deserto.
L’assenza di fiori ha creato un clima austero quasi invito alla penitenza e al digiuno, mentre le insolite composizioni, richiamavano in chiave evocativa, l’esperienza di Gesù tentato nel deserto; si è rappresentata anche la trasfigurazione del Signore, anticipo della sua risurrezione. Seguendo poi i vangeli dell’anno liturgico ciclo A, progressivamente si sono raffigurate artisticamente le catechesi battesimali giovannee: la samaritana al pozzo (Gv 4,5-42); il cieco nato (Gv 9,1-41); la risurrezione di Lazzaro (Gv 11,1-45); la domenica delle Palme (la passione del Signore Mt 26,14-27,66). Per le solennità che ricorrono nel tempo quaresimale: il 19 marzo san Giuseppe e il 25 marzo la solennità dell’Annunciazione, si sono realizzate composizioni floreali festose, fiorendo, come indicato, in modo sobrio.
Quindi possiamo affermare con una certa soddisfazione e gratitudine che, anche in questo tempo segnato dalla sofferenza e dall’isolamento, abbiamo potuto continuare a svolgere il nostro servizio di catechesi mistagogica che vi riproponiamo.