Quinta Domenica di Quaresima: Risurrezione di Lazzaro

29 MARZO - V domenica di Quaresima ciclo A

Io sono la risurrezione e la vita

Gv 11,1-45

Questa domenica narra l’episodio della risurrezione di Lazzaro. Segno decisivo della salvezza in Cristo Gesù, di fronte al quale o si aderisce o ci si schiera contro. Potremmo dire anche di fronte a questo straordinario episodio: “volete andarvene anche voi?” (Gv 6,67) come chiese Gesù ai suoi discepoli quando si propose pane di vita eterna.
Questo episodio è solo narrato dall’evangelista Giovanni. I tre vangeli sinottici narrano che Gesù ha risuscitato la figlia di un certo Giairo, capo della sinagoga (Mt 9,23-27; Mc 5,35-43; Lc 8,43-56). Luca parla, inoltre, del figlio di una vedova di Naim, villaggio della Galilea, restituito da Gesù a sua madre mentre lo portava alla sepoltura (Lc 7,11-17.). Marco e Luca dicono che era ancora viva quando il padre pregò Gesù di venire ad imporle le mani.

Ben diverso è il caso del «vangelo della risurrezione di Lazzaro» che si legge oggi in Giovanni, prima di recarsi alla tomba, Gesù sapeva che il suo amico era morto ed è lui stesso che ha deciso di andare a «svegliarlo».
Il modo quasi liturgico in cui Gesù richiama dai morti l’amico Lazzaro: dopo aver reso grazie al Padre con gli occhi levati al cielo, grida a Lazzaro di uscire dalla tomba; ordina di scioglierlo dalle bende che lo tenevano legato e di «lasciarlo andare». Infine, Gesù stesso dice che questa risurrezione è un «segno» dato per suscitare la fede.
Tutto ciò conferisce a questa grande pagina del vangelo un notevole sapore di catechesi battesimale, rivolta a coloro che, oggi, la sentono proclamare, poiché essa interpella la loro fede, la nostra fede. «lo sono la risurrezione e la vita, ci dice Gesù. Chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede In me, non morrà in eterno. Credi tu questo?».
Paolo, da parte sua, esplicita ciò che significa e implica la fede in Gesù, risurrezione e vita. Lo Spirito di Dio abita in noi, che quindi non siamo più sotto il dominio della carne, pur essendo votati alla morte, Gesù renderà la vita ai nostri corpi mortali. Noi professiamo la fede nella risurrezione individuale, personale. La professiamo veramente?
Perciò preghiamo: Dio di bontà, che rinnovi in Cristo tutte le cose,
davanti a te sta la nostra miseria:
tu che ci hai mandato il tuo Figlio unigenito
non per condannare, ma per salvare il mondo,
perdona ogni nostra colpa
e fa' che rifiorisca nel nostro cuore il canto della gratitudine e della gioia.
Per Cristo nostro Signore. 

Nel video qui sotto Celebrazione Eucaristica Quinta Domenica di Quaresima ciclo A

(messa celebrata privatamente rispettando l'ordinanza sulla prevenzione della diffusione del COVID-19)

 


L’arte floreale nella liturgia in tempo di Quaresima

Le signore dell’unità pastorale di Centrale, Grumolo e Zugliano (VI) che s’impegnano anche nella cura delle composizioni floreali per le celebrazioni liturgiche domenicali, si sono preparate per progettare insieme la fioritura delle domeniche di Quaresima di quest’anno ciclo A.
Sappiamo che l’arte floreale nella liturgia è un ministero che introduce alla celebrazione dei sacramenti e accompagna i fedeli all’ascolto della liturgia della Parola, e li aiuta nel cammino di fede, specie nel momento in cui si rinnova l’alleanza con Dio Padre per mezzo del corpo e sangue del Figlio il Signore Gesù. Tuttavia in questo tempo forte, la Chiesa detta un’indicazione precisa:
“Nel tempo di Quaresima è proibito ornare l’altare con fiori. Fanno eccezione la domenica laetare IV Q, le solennità e le feste. L’ornamento dei fiori sia sempre misurato e, piuttosto che sopra la mensa dell’altare, si disponga attorno ad esso.” (OGMR 305)
Tenendo conto dunque, delle indicazioni liturgiche e ispirandoci al Vangelo di quella domenica, abbiamo spogliato l’aula liturgica di fiori e piante e, nel luogo destinato ai fiori abbiamo realizzato composizioni prive di fiori ma impiegando materiale naturale che simbolicamente richiamasse l’esperienza del deserto.
L’assenza di fiori ha creato un clima austero quasi invito alla penitenza e al digiuno, mentre le insolite composizioni, richiamavano in chiave evocativa, l’esperienza di Gesù tentato nel deserto; si è rappresentata anche la trasfigurazione del Signore, anticipo della sua risurrezione. Seguendo poi i vangeli dell’anno liturgico ciclo A, progressivamente si sono raffigurate artisticamente le catechesi battesimali giovannee: la samaritana al pozzo (Gv 4,5-42); il cieco nato (Gv 9,1-41); la risurrezione di Lazzaro (Gv 11,1-45); la domenica delle Palme (la passione del Signore Mt 26,14-27,66). Per le solennità che ricorrono nel tempo quaresimale: il 19 marzo san Giuseppe e il 25 marzo la solennità dell’Annunciazione, si sono realizzate composizioni floreali festose, fiorendo, come indicato, in modo sobrio.
Quindi possiamo affermare con una certa soddisfazione e gratitudine che, anche in questo tempo segnato dalla sofferenza e dall’isolamento, abbiamo potuto continuare a svolgere il nostro servizio di catechesi mistagogica che vi riproponiamo.

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