LA DIFESA - DOMENICA 24 ottobre 2021
Scarica versione PDF stampabile
NELLO STILE DI GESÙ IL MAESTRO
Le Pie discepole del Divin Maestro arrivarono a Centrale di Zugliano nel 1961 per volontà del beato Giacomo Alberione. Chi arriva a casa Gesù maestro cerca un'accoglienza serena per riscoprire l'amore di Dio nello stile di Gesù il MAESTRO
Lodovica Vendemiti
Il 24 messa d'anniversario in parrocchia
Per festeggiare i sessant'anni della loro presenza, domenica 24 ottobre, nella solennità di Nostro Signore Gesù Cristo Divin Maestro, festa titolare dell'Istituto, alle ore 17 viene celebrata la messa a Centrale di Zugliano. Nella casa ci sono attualmente cinque suore (direttrice è suor Maria Luciana Dal Masetto) che seguono l'accoglienza dei gruppi, l'animazione liturgica e il programma e il calendario degli appuntamenti.
Per informazioni: www.casagesumaestro.com
È il 1961 quando nell'antica villa dei principi Rospigliosi, che da inizio Novecento sorge a Centrale di Zugliano nell'Alto Vicentino, arrivano le suore Pie discepole del Divin Maestro, Istituto della Famiglia Paolina, fondato dal beato don Giacomo Alberione che le invia direttamente lì in quella che oggi si chiama casa di preghiera “Gesù maestro”. E quest'anno la presenza della Congregazione segna il traguardo dei sei decenni. «I sessant'anni sono un traguardo importante da celebrare - racconta suor Maria Piera Moretti, già animatrice spirituale della casa - La nostra storia è stata un tempo di testimonianza del nostro carisma paolino in un territorio ricco di valori umani e cristiani nei quali abbiamo cercato di coltivare le vocazioni alla Chiesa, sacerdotali e religiose, delle famiglie cristiane e dei laici preparati per l'animazione della catechesi. C’è stato anche uno scambio di aiuti e reciproca ricchezza e amicizia».
La casa l'ha voluta proprio il fondatore, don Giacomo Alberione, mancato esattamente cinquant'anni fa, e per sua volontà venne adibita a “prevocazionario”: educava alla fede bambini e ragazzi con la sua scuola elementare e media, attraverso l'animazione e il discernimento vocazionale. L'attività apostolica fu svolta per un decennio. «Fino agli anni Settanta continua suor Moretti - perché dopo il Concilio anche la teologia e la prassi della catechesi della Chiesa ha subito dei cambiamenti, quindi è diventata casa di spiritualità, di accoglienza dei gruppi e si è cercato di continuare l'aspetto della formazione con itinerari spirituali, ma non più l'insegnamento scolastico. Ci veniva richiesto di dare la nostra disponibilità ad aprire, creare degli spazi adeguati all'accoglienza dei gruppi».
Questa esperienza procede anche oggi e, in tempo di Covid, ha trovato particolare successo per l’accoglienza di gruppi di medici del vicino ospedale Santorso, che hanno potuto recuperare a livello spirituale le fatiche di un periodo impegnativo. «Qui c’è un’energia particolare - spiega la suora - Al centro della casa c’è la statua di Gesù “Maestro via verità e vita”, come l'ha voluta il fondatore: Gesù che cammina in mezzo al mondo, alla gente e che porta l'annuncio “Io sono la via, la verità”. Chi viene qui ha bisogno, più che mai, molto semplicemente, di un'accoglienza serena. In un mondo in cui le relazioni si sono allentate. sfilacciate ed è difficile rapportarsi con l'altro, in cui posso tranquillamente nascondermi dietro un social media che non mi rivela pienamente, quando si entra in relazione diretta, personale, con la realtà di preghiera, con la bellezza che c’è qui attorno, si riesce un po' alla volta a scoprirsi e aprirsi all'altro. E allora le persone che vengono qui hanno bisogno prima di tutto di un sorriso, di un'accoglienza calda, gratuita senza pregiudizi, senza settorialità, valorizzati per quello che sono, come figli di Dio. Così riscoprono il calore dell'amore del Signore: è Lui, in mezzo a noi, che trasmette questa sensazione di benessere.
Negli anni la casa è stata riqualificata, da un punto di vista strutturale, per adeguare impianti e abitabilità, rendendo gli spazi più funzionali, anche da un punto di vista tecnologico. La villa ha valore storico e culturale notevole, uno spazio importante, non solo per la comunità di Zugliano, ma per tutto il territorio veneto e vuole rimanere riservata alla preghiera e alla spiritualità. «La comunità delle "suore della villa", così le abbiamo sempre chiamate a Centrale - affermano don Mauro Ferraretto, parroco dell'unità pastorale di Grumolo Centrale Zugliano, e il consiglio pastorale - è parte della nostra vita, un posto privilegiato. Nel corso di tanti anni la loro presenza è stata viva e attiva, collaborando con la vita della parrocchia nella catechesi, nella formazione liturgica, animando, coordinando veglie di preghiera in celebrazioni speciali come a Natale e nel triduo pasquale, offrendo corsi e ritiri a gruppi i di ragazzi della catechesi o a genitori e padrini, via crucis nel loro parco, e molto altro. Le "nostre" suore appartengono a tutta la comunità dell'unità pastorale. Sono il nostro "Mosé sul monte, con le braccia alzate" che intercede perché il popolo possa fare il suo cammino di fede e di testimonianza cristiana».
La casa è aperta tutto l'anno, ha un proprio calendario di esercizi spirituali, corsi di formazione liturgico pastorali e incontri di scuola della Parola. Accoglie persone singole, religiosi e sacerdoti, gruppi, parrocchie che seguono i propri percorsi formativi o che vogliono fare esperienze di preghiera profonda, di ricerca interiore e spirituale; di ricerca di senso della propria vita o per ritemprare le forze fisiche e spirituali.
«Cosa abbiamo dato in questi sessant'anni? - si domanda suor Maria Piera Moretti - Abbiamo valorizzato la bellezza del creato, celebrato il Signore nella lode, nella preghiera e nella continua adorazione che le sorelle sostengono dopo la celebrazione eucaristica quotidiana, servizio svolto dai padri Giuseppini. Una spiritualità liturgica, sacerdotale ed eucaristica che san Paolo ci ha trasmesso. Aveva questa caparbietà di annunciare il Cristo nelle situazioni più difficili perché lo aveva conquistato: “Lui mi ha amato e ha dato la vita per me”, diceva. Ecco, il nostro carisma ci invita a insegnare a pregare come la Chiesa prega, testimoniare questa luce di verità, la luce dell'anima di ogni essere umano e scoprire che in Cristo trova la sua pienezza. Questa è la nostra testimonianza: far scoprire alle persone che in Lui c’è la luce e la vita vera, la scoperta della propria libertà e la gioia è in Lui. É un percorso, non immediato e scontato, ma progressivo e continuo».