Adorazione 1a domenica del mese
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Effatà! – 23° T.O. (anno B)
5 settembre 2021
♫Canto: O sacro convito (272)
Guida: con il mese di settembre ha inizio l’anno sociale, poniamo davanti al Signore noi stessi, le nostre aspettative, le nostre preoccupazioni, i nostri progetti, le conquiste e le sconfitte, i successi e gli insuccessi e ci lasciamo illuminare dal suo sguardo amoroso e dalle sue parole di vita eterna.
Insieme: Atto di carità
Gesù Maestro, tu mi assicuri: «Io sono la Vita»,
«chi mangia la mia carne e beve il mio sangue, avrà la vita eterna».
Nel battesimo e nella riconciliazione mi hai comunicato questa tua vita.
Ora la nutri, facendoti mio cibo.
Prendi il mio cuore; distaccalo dalle cose vane del mondo.
Ti amo con tutto il cuore sopra ogni cosa, perché sei bene infinito ed eterna felicità. (Alberione)
Guida: Eleviamo ora al Signore le nostre intenzioni di preghiera:
- per il cammino sinodale della chiesa in questo tempo che cambia
- per i giovani in cerca di risposte e di testimoni credibili
- per un mondo multiculturale e nello stesso tempo fraterno
- perché si rispetti la creazione con un serio impegno individuale e sociale
- perché prevalga il dialogo e l’incontro tra le generazioni e le culture
- …
Insieme: Signore e Padre dell'umanità,
che hai creato tutti gli esseri umani con la stessa dignità,
infondi nei nostri cuori uno spirito fraterno.
Ispiraci il sogno di un nuovo incontro, di dialogo, di giustizia e di pace.
Stimolaci a creare società più sane e un mondo più degno,
senza fame, senza povertà, senza violenza, senza guerre.
Il nostro cuore si apra
a tutti i popoli e le nazioni della terra,
per riconoscere il bene e la bellezza
che hai seminato in ciascuno di essi,
per stringere legami di unità, di progetti comuni,
di speranze condivise. Amen (Papa Francesco)
Guida: Ci poniamo in ascolto della Parola del Signore.
♫Alleluia
+ Dal Vangelo secondo Marco (Mc 7,31-37)
In quel tempo, Gesù, uscito dalla regione di Tiro, passando per Sidone, venne verso il mare di Galilea in pieno territorio della Decapoli.
Gli portarono un sordomuto e lo pregarono di imporgli la mano. Lo prese in disparte, lontano dalla folla, gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua; guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e gli disse: «Effatà», cioè: «Apriti!». E subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente.
E comandò loro di non dirlo a nessuno. Ma più egli lo proibiva, più essi lo proclamavano e, pieni di stupore, dicevano: «Ha fatto bene ogni cosa: fa udire i sordi e fa parlare i muti!».
♫Alleluia
Pausa di silenzio
Per l’approfondimento
Il sordomuto è la figura dell’umanità segnata dal peccato. Gesù incontra un sordomuto, un uomo che è bloccato, chiuso in se stesso. È una persona che avendo problemi di udito, non sentendo le voci degli altri non ha elaborato la parola e quindi è come se fosse annodato, legato in se stesso. È l’esperienza del peccato.
La vita di grazia non è possibile se non c’è il Signore che scioglie e da all’inizio una capacità di vita nuova. Gesù apre, apre nuove possibilità, apre il cuore, apre la testa, libera l’uomo lo porta fuori dal proprio carcere interiore. “Gli si aprirono gli orecchi, gli si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente”.
Per la comunità cristiana di Marco il miracolo del sordomuto è il compimento della promessa profetica dei tempi messianici annunciata da Isaia: «Allora si apriranno gli occhi dei ciechi e si schiuderanno gli orecchi dei sordi.6Allora lo zoppo salterà come un cervo, griderà di gioia la lingua del muto» (Is 35,5-6). Si è realizzata nel gesto di Gesù e ora pienamente nella comunità dei convertiti pagani che ascoltano la parola del Vangelo e professano la loro fede.
Il termine aramaico con il quale Gesù si rivolge all’ammalato: effatà, apriti! È entrato presto, assieme al gesto di toccare le orecchie e la lingua, nel rito battesimale. Nel momento in cui il celebrante battezza una persona dice: «Il Signore Gesù che fece udire i sordi e parlare i muti, ti conceda di ascoltare la sua Parola e di professare la tua fede». Nel momento del battesimo di questa persona avviene un intervento terapeutico di Gesù! La grazia cura! Scioglie il nodo, apre le orecchie, abilita all’ascolto e alla professione di fede.
Guida: Preghiamo insieme il Salmo (Sal 145) cantando il ritornello ad ogni strofa:
♫Rit.: Loda il Signore, anima mia.
Il Signore rimane fedele per sempre rende giustizia agli oppressi, dà il pane agli affamati. Il Signore libera i prigionieri. R/.
Il Signore ridona la vista ai ciechi, il Signore rialza chi è caduto, il Signore ama i giusti, il Signore protegge i forestieri. R/.
Egli sostiene l’orfano e la vedova, ma sconvolge le vie dei malvagi. Il Signore regna per sempre, il tuo Dio, o Sion, di generazione in generazione. R/.
Pausa di silenzio
Lettore: Don Alberione alle Pie Discepole: Tre mezzi per la santificazione
Tutto dev'essere indirizzato alla santificazione. Che cosa è la santificazione? È lo sviluppo della grazia battesimale. In quest'opera di santificazione, tre mezzi:
in primo luogo, l'orrore al male compreso l’orrore allo star fermi. L’orrore al peccato grave, ma insieme, orrore al peccato veniale che è la strada al mortale, orrore alla tiepidezza. Quando poco stimiamo le grazie, i piccoli meriti. Tiepidezza. L'orrore a star fermi, perché se i giorni passano e le ore passano, non dobbiamo sederci e stare lì perché: "tanto non si fan peccati gravi". Ma allora il tempo? Ogni minuto è una grazia. E allora se si sta fermi c’è l’incorrispondenza alla grazia.
In secondo luogo: pregare lo Spirito Santo che discenda nella nostra anima, sì, fiducia. Pregare con Maria, pregare con gli Apostoli, che loro ci ispirino i pensieri e le preghiere che facevano. Persone che rimangono sempre un po’ cieche, la loro vita rimane un po’ insipida, una vita che si trascina in stanchezza, non sanno gustare e non possono gustare la pietà paolina, non sanno gustare la vita comune, il privilegio della vita comune, i privilegi e lo spirito delle Costituzioni, dei beni che si hanno, cioè privilegi in quanto si appartiene alla Congregazione delle Pie Discepole di Gesù Maestro. Allora chiedere la luce di Dio, sì! Questa luce, questa grazia, questa infusione di Spirito Santo.
In terzo luogo, vivere abitualmente nel raccoglimento. Nella Scrittura si legge: «Esci e férmati sul monte alla presenza del Signore". Ed ecco che il Signore passò. Ci fu un vento impetuoso e gagliardo da spaccare i monti e spezzare le rocce davanti al Signore, ma il Signore non era nel vento. Dopo il vento, un terremoto, ma il Signore non era nel terremoto. Dopo il terremoto, un fuoco, ma il Signore non era nel fuoco. Dopo il fuoco, il sussurro di una brezza leggera. Come l'udì, Elia si coprì il volto con il mantello, uscì e si fermò all'ingresso della caverna» (1Re 19,11-13). Nell’agitazione non viene il Signore, ma è un soffio leggero, una carezza di Spirito Santo. Allora la serenità dell'anima, l'abituale unione con Dio, l'interessarci veramente di quello che è nostro impegno e dovere, e non interessarci di quello a cui possiamo far niente. Oh, santità, santità! Vergine Maria Madre di Gesù, fateci santi. (APD 1963, 20. Estratto)
Esame di coscienza
♫Canto: Tu, fonte viva (389)
Lettore: Signore, abbiamo fame di vita: tu sei la Vita.
Abbiamo fame di tenerezza: tu sei tenerezza infinita.
Abbiamo fame di fraternità: tu sei fraternità.
Abbiamo fame di verità: tu sei la Verità.
Signore Gesù, questo vivere non ci sfama,
spesso ci disorienta, ci consuma, ci indebolisce,
ma tu sei il Pane di Dio, la Vita divina
di cui possiamo nutrirci: saziaci di te, ogni giorno.
Possa il nostro cuore cercare te, ogni giorno.
Preghiamo insieme:
Gesù, tu sei la Via che devo seguire; il modello perfetto che devo imitare;
nel presentarmi al giudizio voglio essere trovato simile a te.
O modello divino di umiltà e obbedienza, rendimi simile a te.
O perfetto esempio di mortificazione e purezza, rendimi simile a te.
O Gesù povero e paziente, rendimi simile a te.
O modello di carità e zelo ardente, rendimi simile a te.
♫Canto: Da chi andremo (88)